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«Noi Spitex privati copriamo il 50% delle richiesta di assistenza»

La titolare di un’azienda racconta gli sforzi per «garantire la qualità del servizio» e chiede «più rispetto per il lavoro»
Una infermiera a domicilio misura la pressione a una anziana.© CdT/ Chiara Zocchetti
Mauro Spignesi
19.11.2023 19:10

Che serva una regolamentazione e maggiori controlli lo dicono anche loro, i privati. «Perché rispettare le regole è un segno di garanzia verso il paziente», spiega Michèle Indemini, titolare di Spitex At Home, azienda che ha aperto nel 2018 nel Locarnese e che ora ha 17 collaboratori. Indemini vuol fare chiarezza dopo la presa di posizione della Conferenza dei presidenti dei servizi di assistenza e cura a domicilio del Ticino che una settimana fa hanno detto che ormai la situazione è «fuori controllo» per effetto di un enorme aumento del numero di Spitex privati e infermieri indipendenti.

Un quadro d’insieme che ha portato a una esplosione di ore fatturate a carico della LaMal. Questi i rilievi. «Se si vuole capire davvero la situazione, bisogna partire da una premessa: la crescita di richiesta di assistenza - spiega ancora Indemini - non è campata per aria. È generata innanzitutto dall’invecchiamento progressivo della popolazione in Ticino e dalla sempre maggiore richiesta degli anziani di poter continuare a vivere nelle proprie case». Due elementi che fanno lievitare la domanda.

Oggi c’è più concorrenza

«Noi privati copriamo - aggiunge la titolare di Spitex At Home - il 50 per cento della presa a carico a livello domiciliare. Se si dovesse ridurre il nostro apporto, chi andrebbe a fornire l’assistenza che sino ad oggi abbiamo garantito noi? Bisogna comunque precisare che gli Spitex privati (con gli stessi requisiti di quelli pubblici) ricevono il 40% in meno di sussidi e di conseguenza pesano meno a livello economico sia sul contribuente che sulle casse malati. Inoltre, più concorrenza c’è, più il paziente ha possibilità di scelta e più risparmi ci sono rispetto a un mercato invece paralizzato dai monopoli pubblici».

In Ticino attualmente ci sono circa 60 Spitex privati (44 con contratto di prestazione con il Cantone) e attorno a 500 infermieri indipendenti (280 con contratto di prestazione). «Tra le aziende private - spiega ancora Indemini - ci sono quelle, come la mia, che aderiscono al contratto di prestazione e hanno dunque tutti i requisiti previsti da leggi e regolamenti. Inoltre, noi applichiamo il contratto collettivo; non so se tutti i sette Spitex pubblici, che in teoria non sono a scopo di lucro e dunque dovrebbero assicurare sempre il servizio, rispettano il contratto collettivo. Lo dico perché tempo fa sui giornali era emersa una vertenza tra un organismo di cure domiciliari pubblico e i sindacati».

Il contratto di prestazione

Chi ha un mandato cantonale di utilità pubblica viene controllato per verificare che gli standard previsti siano rispettati. Poi la Commissione paritetica verifica che siano rispettate le condizioni contrattuali. «Posso garantire - riprende Indemini - che da noi si lavora con passione, facendo sacrifici: io stessa ho ancora diversi stipendi arretrati da percepire e malgrado ciò non abbandono la professione. Prima lavoravo nel pubblico e poi sono passata al privato perché vivevo una situazione che non mi piaceva, come me tanti altri infermieri. Chi ci critica dovrebbe innanzitutto chiedersi coma mai c’è stato un fuggi fuggi generale dal settore pubblico?».

Se si osservano i dati dell’Ufficio federale di statistica si scopre che il numero di pazienti assistiti dal pubblico è praticamente costante (periodo di osservazione: 2016-2021), ovvero attorno a 12 mila, mentre sono circa 5.000 quelli del privato e un po’ meno quelli assistiti dagli infermieri indipendenti. Diversa l’evoluzione del numero di ore LaMal erogate. Qui praticamente le società private sono arrivate a circa 600mila ore pari a quelle assicurate dal pubblico, ma nonostante ciò, nell’ambito del

finanziamento obbligatorio previsto dalla LAMal, «il Cantone applica un sistema di finanziamento che comporta un’ingiustificata disparità di trattamento tra Spitex pubblici e privati, con una differenza in favore alle organizzazioni pubbliche che arriva a raggiungere il 40% in più di costi».

Il tipo di prestazioni

«Con le prestazioni di cure infermieristiche si partecipa all’identificazione dei bisogni di salute della persona, formulando i relativi obiettivi, pianificando, gestendo e valutando l’intervento assistenziale. Rappresenta un interesse per la globalità dell’essere umano e dei suoi bisogni non dimenticando mai la continua interazione dell’uomo con l’ambiente in cui si trova», racconta Indemini ribadendo che «l’obiettivo sin dall’inizio dell’attività è stato quello di fare rete tra il nostro personale e i familiari della persona che siamo andati ad assistere. E questo per fornire cure di qualità. Inoltre i nostri infermieri sono assegnati a un paziente, perché deve svilupparsi un rapporto di fiducia. Il nostro collaboratore deve diventare un punto di riferimento per l’anziano (o il malato) che prendiamo a carico».

La presa a carico, insomma, non è solo la pastiglia o la misurazione della febbre. ‹Ecco perché io dico - conclude Indemini - che la nostra professionalità deve essere riconosciuta alla pari degli «sforzi pubblici». E poi alla fine chi è che decide se affidarsi al pubblico o al privato? È il cittadino che sceglie. E se sempre più pazienti si rivolgono a noi un motivo ci sarà, anche perché oggettivamente costiamo meno».

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