Cure a domicilio Gli Spitex privati rispondono ai pubblici: «Non decidiamo noi i prezzi»

pab

27.11.2023

Immagine illustrativa d'archivio.
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KEYSTONE

Gli operatori privati del settore delle cure a domicilio scendono in campo per difendersi dopo la presa di posizione degli Spitex pubblici su costi e qualità. Lo riferisce la RSI.

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27.11.2023

Il mercato degli infermieri indipendenti è stato definito «un mercato selvaggio» dagli Spitex pubblici. Ora, dopo alcune settimane di polemica, gli operatori privati scendono in campo per difendersi.

E lo fanno costituendo un nuovo gruppo spontaneo, staccato dall’associazione che tutela gli infermieri, il Gruppo infermieri indipendenti Ticino.

«Come gruppo spontaneo vogliamo semplicemente ritrovarci per poter discutere e capire se ci sono delle problematiche che un infermiere può avere ad Airolo come a Chiasso».

Non si tratta di un’associazione, spiega Franco Castelli che alla RSI parla a nome del gruppo, costituitosi formalmente lunedì della settimana scorsa. Sono stati nominati dei rappresentanti per i vari distretti. Castelli ricopre questo ruolo per il Bellinzonese.

«Ci siamo accorti che all’interno dell’ampio gruppo di infermieri indipendenti c’è la necessità di ritrovarsi e di scambiare idee e informazioni. Al momento ciò non avviene, purtroppo». In Ticino si contano circa 500 operatori, anche se non tutti loro operano da infermieri indipendenti al 100%.

«Accuse infondate» da parte degli Spitex pubblici

Molti di loro si sono sentiti attaccati ingiustamente nel quadro della recente presa di posizione dell’associazione che raggruppa i sei Spitex di interesse pubblico attivi in Ticino.

«Prima di tutto ci riteniamo dei professionisti che hanno studiato e lavorato, anche in ambiti acuti cronici. Quest'iniziativa è nata perché ci sono state fatte delle accuse, direi anche infondate» sottolinea Castelli.

Non si vuole parlare di rottura con l’ASI, l’Associazione svizzera degli infermieri. Il gruppo, che finora conta alcune decine di adesioni, vuole diventare un interlocutore dell’ASI, come pure dell’altra grande associazione mantello Curacasa, che raggruppa gli infermieri indipendenti svizzeri.

«Il prezzo non lo decidiamo noi»

Castelli parla di critiche infondate. Secondo lui non sono gli infermieri indipendenti a far lievitare i costi sanitari? «Il prezzo non lo decidiamo noi, ma lo decide la legge federale sull’assicurazione malattie (LAMal). Quindi sia gli Spitex sia gli infermieri indipendenti sottostanno tutti all’ordinanza delle prestazioni, la quale definisce chiaramente quali sono i prezzi per le prestazioni» sottolinea Castelli.

Per quanto riguarda la qualità, Castelli parla di un triplice controllo: gli infermieri indipendenti che hanno un contratto con il Cantone devono per forza seguire 24 ore di formazione per poter ricevere il residuo cantonale; le cartelle da loro redatte vengono controllate dall’Ufficio del medico cantonale e infine le prestazioni sono verificate dalle casse malati secondo i criteri di economicità, appropriatezza ed efficienza.

Poi si aggiunge un progetto che Curacasa ha avviato in Ticino sui circoli di qualità. «Quindi noi non siamo indietro sulla qualità. Anzi, siamo ben avanti».

Il numero dei professionisti indipendenti è cresciuto molto negli ultimi anni, ma i controlli non sono cresciuti di pari passo. «La quantità di persone che lavorano è in riferimento alle persone che vengono curate. Non è che ci si inventa più pazienti o si inventa di fare tre docce al giorno. Questa è una cosa che va assolutamente chiarita» termina Castelli.

Il Gruppo infermieri indipendenti chiedono agli attori del settore delle cure domiciliari di sedersi attorno a un tavolo e trovare insieme soluzioni, anziché attaccarsi a vicenda.